La Città degli Alberi di Cesare Leonardi

La Città degli Alberi è il nome con cui fu battezzato questo luogo nel momento in cui fu trasformato in quello che è ora: un bosco. Questo accadde nel 1990 per volontà dell’amministrazione comunale e della cooperativa agricola che possedeva l’area, e grazie all’ispirazione e al progetto dell’architetto Cesare Leonardi.

Villa Albergati nel 1943
La ghiacciaia dell’antica villa

Nell’uso comune si tende piuttosto a chiamarlo “Bosco Albergati”, recuperando il nome storico degli Albergati, antichi proprietari dell’omonima Villa Albergati, che qui sorgeva fino alla fine degli anni ’60 e di cui oggi restano solo rovine.

Alla fine degli anni ’60, l’allora proprietario di Villa Albergati e del suo fondo cadde in disgrazie economiche lasciando incompiuto il progetto di trasformare l’antica villa in un grande albergo. Si fece allora avanti la Cooperativa Agricola Braccianti e Terrazzieri di Manzolino, che acquistò il fondo nel 1971, ripristinando la coltivazione delle terre e di tutti gli stabili di servizio della villa: ricoveri, stalle, fienili e magazzini.

Già allora, da alcuni anni, era uso degli abitanti della zona darsi appuntamento qui, presso il cantiere incompiuto della villa, per passare il tempo e mangiare in compagnia. Questa abitudine è rimasta nel tempo e fu fatta propria dal PCI quando, nel 1980, chiese alla Cooperativa di allestire una Festa dell’Unità nel parco di Bosco Albergati. La Festa ebbe un grande successo e negli anni ‘90 divenne la terza in Italia per ricavato e partecipazione.

Il progetto di creazione della Città degli Alberi, avviato nel 1990, volle interpretare lo spirito rustico e conviviale con cui questo luogo veniva spontaneamente vissuto e conferirgli un’identità che lo definisse per quello che era – un luogo immerso nella natura in cui incontrarsi e fare festa – e lo sottraesse definitivamente al rischio di venire trasformato in un’area edificabile.

Il progetto fu affidato a Cesare Leonardi (1935), architetto, designer, fotografo e pittore modenese, che aveva fatto della fusione tra forme architettoniche e paesaggio naturale la relazione fondante della sua progettazione. Per approfondimenti sul lavoro di Leonardi vista il sito dell’Archivio Leonardi

Nel progetto per la Città degli Alberi Leonardi si ispirò al disegno mimetico degli aeromobili da caccia Alabatros, utilizzati dai tedeschi nella prima guerra mondiale. Questo disegno consiste in una sorta di mosaico composto da poligoni irregolari (vale a dire a 4, 5 o 6 lati) componibili tra loro in una forma primaria, un modulo di 23 poligoni, che, variamente ripetuta sempre uguale, può espandersi all’infinito. Leonardi la chiama “Struttura Reticolare Acentrata” e la usa nei suoi progetti – quartieri, piani regolatori – per inserire l’uno nell’altro gli spazi del verde e quelli dell’abitazione e del lavoro, in una progressione continua.

Parco di Bosco Albergati. Planimetria generale di studio
Veduta aerea del parco con la sovrapposizione della “rete” SRA

Nel progetto della Città degli Alberi la “Struttura Reticolare Acentrata” diventa la sintesi simbolica tra la forma naturale del bosco e la forma artificiale del paesaggio in cui il bosco è inserito. Gli alberi sono piantati in corrispondenza di ogni nodo, cioè nei punti in cui convergono i lati dei poligoni. La dimensione dei poligoni è variabile, ma mai inferiore all’ampiezza delle chiome più grandi, quelle della quercia. Le linee che collegano i nodi dei poligoni diventeranno siepi e filari di arbusti.

I lavori di realizzazione della Città degli Alberi iniziano nel 1991 con la creazione di un vivaio di circa 6.000 piante. Segue il disegno sul terreno della reticolatura che dovrà guidare la disposizione degli alberi e delle siepi e lo scavo delle buche necessarie alla piantumazione. Nel 1994 gli alberi vengono piantati secondo il disegno di Leonardi, che ne ha scelto anche la tipologia: ben 53 essenze arboree e 78 arbusti, tra cui spicca la quercia, “l’albero cattedrale”, i cui esemplari più vecchi e maestosi già costituivano il cuore dell’antico parco di Villa Albergati.

Il tempo e la natura, insieme alla cura degli uomini, hanno trasformato questo posto nel bosco che è oggi e continueranno la loro opera, perché il destino degli alberi è quello di sopravvivere agli uomini che li hanno piantati, di continuare a esserci per tutte le generazioni a venire.

Guarda il video realizzato dagli studenti delle classi 1^F e 2^C della Scuola secondaria di 1^ grado “Guinizelli” di Castelfranco Emilia che racconta il progetto de “La Città degli Alberi”